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Parte della ricerca proposta in questo libro fu pubblicata nel 1986 dal Centro Studi Emigrazione di Roma e riconosciuta meritevole del Premio della Cultura per il 1988. Dopo oltre un quarto di secolo le Donne italoscozzesi tornano a parlare della loro vita di emigrazione, attraversata dai nuovi processi di glocalizzazione nei quali la questione dell'integrazione ha perso validità interpretativa. Lo sfondo della società agricolo-rurale di provenienza resta per le prime generazioni il termine di paragone, rispetto al quale l'urbanizzazione e l'industrializzazione avevano generato i primi sommovimenti culturali e simbolici. Le giovani generazioni ascoltano l'eco di un mondo passato con cui condividono modelli che talvolta è difficile conservare. Il progetto migratorio della famiglia ha condizionato le scelte professionali delle figlie e delle nipoti. Le spinte all'adattamento a comportamenti propri di una società ad alta tecnologia, ricevono battute di arresto di fronte alla tenuta di sentimenti forti come quello dell'unità familiare e del riconoscimento della tradizione originaria. Lo studio è divenuto un documento storico, e le voci raccolte e registrate, oltre venticinque anni fa, appartengono al patrimonio comune da tutelare e valorizzare. Le narrazioni delle donne, trascrizioni fedeli della memoria, riconducono a forme interpretative generali entro le quali si definisce il senso dell'interazione tra persona, cultura e società.